Una di quelle belle, con il lieto fine.
Lui: uomo sui 45 anni, allenatore di pallavolo, relazione difficile con una donna della sua età. Cercano un figlio ma non arriva. Dopo 19 anni si lasciano. La ricerca di un figlio è stata così intensa e dolorosa che alla fine li ha divisi.
Lei: donna di 34 anni, giocatrice di pallavolo. Single.
Io: Giocatrice di pallavolo. Compagna di squadra di lei, atleta della squadra di lui.
Nel 2007 io e Andrea ci sposiamo e andiamo a vivere insieme. Non è così scontato quando sei un'atleta professionista. Tante mie colleghe dopo il matrimonio hanno continuato a giocare lontano dalla famiglia. Io no. Io mi sono sposata per vivere con lui.
La scelta della squadra è stata naturale: il più possibile vicino a casa nostra.
Ed è durante quell'anno che ho conosciuto Lui e Lei. All'inizio non c'era niente se non una tenera amicizia. Col tempo questa amicizia ha iniziato a prendere una strada diversa fino a portarli dove si trovano adesso: in una casa insieme con una bimba in arrivo.
Ieri sera siamo andati a trovarli. È nata una bella amicizia con loro.
Abbiamo cenato, chiacchierato, ricordato i bei tempi. E naturalmente abbiamo finito per parlare della bellissima emozione che stanno vivendo. Lui, un omone alto quasi 2 metri completamente fuori di testa per quella pancia che culla la sua bambina.
Lui sa tutto del nostro percorso. Sa quello che abbiamo affrontato e si è sempre preoccupato che non diventasse una fissa per noi. Lui sa cosa significa non parlare più se non del figlio che non arriva. Lui sa di come i rapporti finiscono quando l'unica ragione per cui esistono è il desiderio di un figlio.
La sua paura è legittima ma noi siamo diversi. Io e Andrea ci amiamo aldilà di tutto. Con un figlio o senza non importa ma è sempre bene ricordarselo ogni tanto.
Comunque il fatto è che anche loro hanno dovuto ricorrere alla Pma. Hanno fatto una Fivet, una sola. E a gennaio nascerà una bella femminuccia.
E la cosa fantastica è che anche l'ex compagna di lui è incinta e a febbraio diventerà madre di un maschietto.
Mentre parlavamo del loro percorso mi sono accorta di quanto sapessero poco della Pma, o sarebbe più giusto dire che loro sapevano il necessario. Sono io quella che sa troppo. Quella che sa anche ciò che non le compete. Lei ha affrontato un pick up e un transfer senza avere la minima idea di cosa stesse facendo. E l'ho invidiata per questo. Perché sapere troppo non va bene.
Postilla: ieri mi sono decisa finalmente a chiamare il centro per le blastocisti congelate. Se è tutto ok ad ottobre andiamo a riprenderceli!
Pauraaaaa!!!!
Bella la storia, come tutte le storie a lieto fine...ma noi, che sia a ottobre, o un altro mese, siamo qui per il tuo lieto fine! Ci sarà, vedrai che ci sarà! Ti abbraccio
RispondiEliminain questi giorni vi sto chiedendo storie a lieto fine. Questa potrebbe far parte delle mie pillole di felicità.
RispondiElimina:)
anche noi conosciamo una coppia che non ha voluto sapere nulla della pma, nè prima e nè mentre la facevano e ora, dopo solo un'ICSI aspettano un bimbo...
non so...
io non sono daccordo.
Secondo me, nonostante la sofferenza, la vera consapevolezza nasce da subito.
E tu sai che io combatto continuamente per la consapevolezza.
Concordo con Anna, si combatte per la consapevolezza. E prima poi anche noi raggiungeremo, in qualche modo, il nostro lieto fine.
RispondiEliminaBacio cara
puoi giurarci.
EliminaLeggere questo durante la settimana piu lunga che mai vivro' nella mia vita mi rasserena.
RispondiEliminagrazie Ale e tienici sempre aggiornate :-)
Che bella storia!!! Ci voleva per iniziare bene la settimana!!! E ora forza, tutte noi dobbiamo diventare le protagoniste delle nostre storie a lieto fine..anzi, a lieto inizio, perchè poi c'è tutto da scoprire!!! :)
RispondiEliminaadesso aspettiamo la tua di storia a lieto fine..
RispondiElimina:*